E' il titolo del libro scritto da Benedetta Tobagi, figlia di Walter Tobagi assassinato dalla 'Brigata XVIII marzo’, una banda di ricchi figli della borghesia milanese che, all’inizio degli anni ‘80, giocava al terrorismo.
Benedetta all'epoca aveva tre anni e proprio all'inizio del libro evidenzia il vuoto che l'uccisione di suo padre ha prodotto. Un cratere enorme, un buco nero che ha segnato la sua vita per sempre.
"Come mi batte forte il tuo cuore" è un titolo bellissimo che mi ha affascinata sin dalla prima volta che ne ho sentito parlare.
In realtà è un verso scritto dalla poetessa Wislawa Szymborska e tratto dalla poesia "Ogni caso" (per leggerla ecco un link: lineadombra.wordpress.com/2009/11/04/ascolta-come-mi-batte-forte-il-tuo-cuore/).
Quando è uscito il libro nei primi giorni di novembre Roberto Saviano ha scritto una recensione bellissima (www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/terrorismo/libro-tobagi/libro-tobagi.html) che vi invito a leggere.
Leggendo le prime pagine mi ha colpito molto il punto in cui Benedetta sottolinea il fatto che era diventata un'orfana. Quando è morto mio padre una delle cose che mi aveva più colpita era quando qualcuno mi aveva chiamata orfana: era una parola per me allora così misteriosa, aveva un alone di tristezza e di cupezza tanto quanto bastava per farla diventare una strana parola.
Quando si è piccoli e qualcuno ti dice che tuo padre è morto non è facile capire veramente quello che ti sta succedendo, non riesci in quel momento a renderti conto che non lo vedrai più, non vedrai più il suo sorriso, non sentirai più la sua voce così profonda e ironica, non potrai più giocare con lui, non potrai più andare in montagna come invece lui sul letto in ospedale ti aveva promesso.
Nel momento in cui me lo hanno detto mi ricordo solo il pianto straziante di mia sorella. Io ero rimasta impassibile, non ero riuscita a tirare fuori niente. Poi però ho perso il conto di quante volte ho pianto per lui.
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