In questi giorni di arresto forzato a letto sto leggendo parecchio.
Mi è capitato tra le mani un'intervista a Gianmarco Cavagnino, un architetto specializzato in progettazione cromatica.
Per Cavagnino i colori non sono elementi decorativi ma strumenti per interpretare uno stato d'animo. Nell'intervista Cavagnino sottolinea come:
"...i colori vanno e vengono a seconda delle nostre esigenze interiori. Cambiano perchè noi cambiamo".
C'è un passaggio che mi ha colpito molto. Ecco la trascrizione:
"Dovremmo imparare a liberarci dai condizionamenti esterni.
A quel punto avremmo un rapporto molto più libero con la scala cromatica.
Come? Ricominciando ad ascoltare il nostro istinto, seguendo il filo delle associazioni mentali. Con domande del tipo: che profumo vorresti sentire entrando in una stanza? Erba fresca, neve, rose secche? Oppure qual'è il sapore del tuo soggiorno? Dolce, salato o piccante?
Una persona può non sapere come dipingere la camera da letto ma magari sa associarla ad un profumo, una poesia o un suono. La ricerca interiore è fondamentale per una buona palette cromatica".
Leggendo queste righe mi si è aperto davvero un mondo. E' incredibile il filo che lega i colori che noi usiamo nella vita di tutti i giorni alle nostre sensazioni, al nostro stato d'animo. Questo magari ciascuno di noi nel ns piccolo poteva averlo immaginato. Il fatto però di associare i colori di una parete a delle sensazioni olfattive è davvero incredibile e affascinante.
Mi è venuta voglia di cambiare il colore del mio soggiorno!!!
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