martedì, novembre 16, 2010

Io e il forno


Domenica pomeriggio dopo aver fatto piangere mia figlia per farle finire almeno i compiti di matematica e quindi dopo essermi sentita un verme o poco via mi sono chiusa in cucina a quasi 27° per circa tre ore e ho sfornato nell'ordine:
- 12 panini
- 6 muffin al cioccolato
- tortino al cioccolato
- pizza farcita
e per finire patate a ricciolo e patate simil calamaro fritte.
Ovviamente tutto rigorosamente senza glutine.
E qui stava la mia sfida: riuscire a fare dei panini ben lievitati, morbidi e profumati; dei muffin che lievitassero bene e una pizza che lievitasse bene. Solo la pizza in effetti è lievitata solo 45 minuti (invece che due ore come indicato nel ricettario) ma erano le 19.30 e mio figlio non ne poteva più dalla fame.

Avrei voluto fare qualche foto ma ero distrutta: dal caldo, dalla fatica, dalle lievitazione che si intrecciavano tra loro tanto che alla fine non riuscivo più a capire per quale prodotto suonava il timer.
Tutto bene quel che finisce bene (a parte una scottatura sul braccio infornando i muffin e una scottatura sulla mano destra mentre friggevo).

Però mi sono rilassata e non ho pensato a niente altro.
Un'ottima cura, devo dire. Anche se stancante.
Ad un certo punto mi sembravo un po' una delle protagoniste di Grey's Anatomy che quando era stressata non faceva che fare dolci.

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4 commenti:

però!!!
quante cose che hai fatto!!
bravissima,
ciao arrivo un po' per caso nel tuo blog girovagando un po!

@Kia: grazie e ben arrivata!

lacrime e matematica, insieme, che lievitazione hanno prodotto...Perchè ti sei sentita un verme? Sei una mamma giusta! Sempre meglio fare dolci che il bagno nella Nutella.

@Martina: Purtroppo Sofia è stata male e abbiamo dovuto recuperare tanti compiti tutti insieme.
Mi sento sempre in colpa quando, pur sapendo che lei non ce la fa più, la spingo a continuare. Potrei giustificarla e invece la incito a spingersi un passino più in là.
Il perchè lo so.
Ho imparato sulla mia pelle da piccola che nella vita bisogna lottare fino in fondo, fino a che le forze ti aiutano.
Ma poi finito tutto subentra il senso di colpa e l'amarezza. Tutto qui.
L'unica nota fortunata è che quando sono triste non mi va di mangiare :-)

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