lunedì, giugno 21, 2010

E a Bala Murghab i nostri alpini scavano trincee

Agli inizi di giugno mi è capitato tra le mani un articolo dell'inviato di Repubblica Giampaolo Cadalanu sull'avamposto degli alpini a Bala Murghab, a circa 10 chilometri dal confine con il Turkmenistan. Da quando l'Iran ha cominciato a  reagire duramente nei confronti degli afgani trovati in possesso di droga, la strada per il Turkmenistan è diventata interessante per i trafficanti di oppio.

Di giorno ci sono le scaramucce che vengono chiamate dagli americani "tic" (troops in contact).
La vera guerra qui si combatte di notte con pala e sudore, scavando per chilometri alla luce della luna per evitare il caldo e i cecchini.

Siamo ritornati alle trincee come nella grande guerra.

Si sente parlare tanto di Herat, dei cacciabombardieri amx, degli elicotteri di assalto ma ci sono anche dei nostri soldati che si trovano in certi avamposti sperduti che magari non fanno molta notizia ma che rischiano la vita come gli altri.

L'articolo comincia così:

"Il nemico che è lì, alla terza casetta bianca sotto la collina, dopo gli alberi di pesco: dai sacchetti di sabbia del caposaldo "Cavour" non c'è bisogno di binacolo per vederlo. Da lì hanno lanciato i razzi, l'ultima volta".
Giampaolo Cadalanu
Se vi interessa leggerlo tutto lo potete trovare qui

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