martedì, maggio 18, 2010

Leggere, un'allenamento all'empatia

Sull'ultimo numero dell'inserto Venerdì di Repubblica ho letto un articolo molto interessante scritto da Giuliano Aluffi dal titolo "Leggere - ecco perchè divorare romanzi ci rende imbattibili in società".
Jonathan Gottschall, docente di letteratura al Washington and Jefferson college in Pennsylvania ha scritto un saggio in cui evidenzia come: "...con i romanzi ci immergiamo in scenari sociali dove possiamo osservare inosservati tutto quello che persone interessanti dicono, fanno e pensano". Una sorta di allenamento all'empatia.

Lisa Sunshine docente di letteratura all'Università del Kentucky sottolinea inoltre come: "...i romanzi prima ci stimolano presentandoci persone molto diverse da noi e sfidandoci a comprenderle, poi ci gratificano svelandoci i loro pensieri. Chi legge molta narrativa spesso dimostra buone abilità empatiche e sociali, cosa che non succede a chi fa un altro tipo di lettura.

"... le situazioni che più ci attraggono sono quelle in cui c'è una persona A che pensa o fa qualcosa rispetto ad una persona B a sua insaputa: noi lettori ci sentiamo privilegiati perchè, essendo al corrente di tutto, riviviamo situazioni che nella vita reale possono essere vantaggiose" (secondo Daniel Nettle, psicologo dell'evoluzione alla Newcastle University). In sostanza il lettore si sente appagato quando possiede informazioni che i protagonisti delle storie non hanno.
E' la stessa sensazione che ha il bambino quando, mentre gli raccontano la favola di Cappuccetto Rosso, sa (a differenza della protagonista) che nel letto non c'è la nonna.

Mi ha colpito in particolare la  considerazione di Maryanne Wolf, neuroscienziata cognitivist: "... i lettori fluenti sono più sciolti nell'elaborare l'informazione scritta, perciò il loro cervello ha più tempo per vivere le emozioni che si attivano nel sistema limbico per esempio come quando leggiamo la parola amore".

Concetti che magari avevamo già elaborato da soli nel tempo ma vederli così nero su bianco mi hanno fatta riflettere. Stasera proverò con i bimbi il loro stato di appagamento nel conoscenere già la fine di Cappuccetto :-)

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