giovedì, ottobre 15, 2009

Essere intelligenti è una bellezza


Martedì pomeriggio mi è arrivata una mail con oggetto "Essere intelligenti è una bellezza".
A primo acchito sono rimasta sorpresa ma poi non molto quando mi sono soffermata da chi arrivava ossia da www.nuovoeutile.it il blog di Annamaria Testa.
In effetti poteva arrivare solo da chi è molto avanti rispetto a tutti gli altri.
Il motivo per cui è stata inviata? Leggete qui:
"Per la prima volta nella storia cinque donne vincono il premio Nobel nello stesso anno. Sono Herta Müller, Nobel per la letteratura, Ada Yonath, Nobel per la chimica, Elizabeth Blackburn e Carol Greider, Nobel per la medicina, e Elinor Ostrom, Nobel per l'economia. Sono nate tra il 1933 (la Ostrom) e il 1961 (la Greider). Guardiamole in faccia: forse ci raccontano, delle donne, qualcosa di nuovo".

E sempre a proposito di donne è uscito il nuovo post di questa settimana. Tra l'altro viene anche citato l'appello a difesa delle donne di Michela Marzano, Barbara Spinelli e Nadia Urbinati, che in questo particolare momento politico e sociale ritengo sia davvero importante supportare. Chi volesse firmare può farlo a questo indirizzo: http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391110

Vorrei chiudere con alcune parole di Annamaria prese da uno dei suoi commenti nel blog su cosa fare concretamente per uscire da un loop che sta stritolando noi donne dentro mille luoghi comuni e porcherie varie:
"Non è facile.
C'è da fare uno slalom evitando luoghi comuni, linguaggi consumati, la tentazione dell'invettiva che si specchia in se stessa e si appaga di essere contro, il veterofemminismo, l'essere bacchettone, gli stereotipi, l'appello buonista, la piazza che poi si va tutti a casa e tutto resta come prima, i riti, l'io-sono.più-politically-correct-di-te, la depressione, la voglia di cambiare paese e vaffa, l'essere troppo astratte, troppo tattiche, troppo strategiche, troppo ecumeniche, troppo elitarie, troppo frettolose, troppo apatiche, troppo enfatiche. L'essere senza obiettivi concreti. L'essere senza interlocutori individuati che poi si parla si parla e non si capisce né perché né a chi.
Bisogna trovare un filo e sgarbugliare tutto quanto con pazienza e tenacia e un po' di fortuna, anche. Bisogna trovare sintesi, alcuni punti di partenza condivisi, una visione semplice, chiara, comprensibile da proporre. Parole d'ordine. Una speranza fresca. Uno sguardo acuto. Energia.
Bisogna fare tutto quanto senza arroccarsi. Favorendo una partecipazione creativa diffusa. Dando a chi è d'accordo la possibilità di fare la sua parte."

Annamaria Testa

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